Novalis
di nerofluo - ultima
revisione 21 ottobre 2007
Pseudomino di Georg Philipp Friedrich Leopold von Hardenberg, uno
dei maggiori esponenti del circolo di Jena, Novalis nasce il 2 maggio
1772 a Wiederstedt, in Sassonia, nel castello di Oberwiederstedt, di
proprietà della famiglia. E' il secondo di undici figli e la sua
educazione è austera e religiosa.
Fin dalla giovane età, Novalis deve fare i conti con la sua salute
cagionevole, che lo porterà a convivere, per tutta la vita, con la paura
della morte:
inoltre, la sua esistenza sarà continuamente contrassegnata da passioni
estreme e di costante tensione visionaria.
Si iscrive all'Università di Weissenfeels-Sale, ma prosegue i suoi studi a Lipsia.
Nel 1792, incontra Friedrich Schlegel
del quale diventa subito amico, condividendo gli analoghi ideali
romantici. Guidato dal suo slancio giovanile s'immerge completamente
nella scrittura e produrrà, in particolare, poesie ispirate da ragazze,
libelli politici e pensieri di lieve stampo filosofico.
Nel 1793, vorrebbe entrare nell'esercito, ma si scontra con la famiglia
che lo osteggia, soprattutto per gli alti costi dell'Accademia.
Si trasferisce, quindi, a Tennstedt, alle dipendenze dell'amministratore distrettuale, August Just.
Durante un viaggio di lavoro a Gruningen incontra la famiglia Rockentien e s'innamora della figliastra Sophie Van Kuhn, con la quale si fidanza nel marzo 1975.
Qualche tempo dopo, in un ricevimento a casa del professor Niethammer, a Jena, fa la conoscenza di Holderlin e del filosofo Johann Fichte; con quest'ultimo inizia una fitta collaborazione, tanto da diventarne allievo e da intraprendere gli studi
sulla dottrina della scienza sviluppata dal filosofo.
Ben presto due gravi eventi sconvolgono la vita di Novalis: l'amato
fratello Erasmus viene a mancare improvvisamente e nel 1977 Sophie muore
a causa di una gravissima malattia. Per dar sfogo alla pena della sua
anima, il giovane inizia a scrivere un diario e a rifugiarsi nello
studio, in particolare, rivolge la sua attenzione all'arte dell'olandese
di Frans Hemsterhuis.
L'orientamento intellettuale di Novalis è segnato profondamente da
questi eventi, che lasciano in lui una profonda ferita non
rimarginabile.
Influenzato dagli scritti di Jacob Böhme, di Nikolaus Ludwig von Zinzendorf e di Friedrich Schleiermacher, diventa l'esponente più celebre del primo romanticismo
tedesco. In particolare, gli scritti di Zindendorf lo portano ad
avvicinarsi alla religione. L'amore gli appare come forza creatrice e
insieme come sophia divina e azione redentrice del Cristo; a questa visione si aggiunge anche il rinnovato influsso di
Hemsterhuis; l'amore è identificato con la forza dell'attrazione nella natura fisica, cui s'oppone, l'egoismo.
Per
Novalis, la poesia e la filosofia erano una cosa sola con la religione
in passato, e sono destinate a fluire in una nuova unità per opera della
stessa poesia. Egli è convinto che l'immaginazione e l'intuizione
intellettuale celino in essere una forza produttrice e creatrice di un
vero mondo spirituale che porterà al dominio dello spirito sul proprio
corpo. Di qui il tentativo dell'idealismo magico di trasformare la
fisicità corporea e quella della natura esterna in un organo spirituale,
facendo delle cose pensieri e dei pensieri cose. La natura reale non è
la vera natura, e dev'essere resa tale per opera del messia, ovvero dell'uomo.
Nel 1978, intensifica i suoi studi sulle scienze naturali, stimolato anche dall'incontro con Abraham Werner avvenuto a Freiberg. Nello stesso anno, l'incontro a Dresda con Friedrich e August Schlegel e con Friedrich Schelling diede origine alla scuola romantica.
Poco tempo dopo viene pubblicato sul primo numero dell'Athenaum, il manoscritto dal titolo Bluthenstaub, inviato precedentemente da Novalis allo stesso August. A quest'opera segue la raccolta di brevi poesie ed epigrammi, Blumen e la raccolta di riflessioni politico-filosofiche, Glauben Und Liebe.
Insieme ad August si reca a Jena per incontrare Johann Wolfang Goethe e Friedrich Schiller e visita spesso la Galleria d'Arte di Dresda, rimanendo affascinato da alcune opere.
A luglio si trasferisce a Teplitz per seguire una cura ed ivi scrive
centocinque frammenti dedicati alla donna, alla religione cattolica e al
quotidiano. Tornato a Freiberg inizia a comporre Gli studi sulle scienze naturali ed il Brogliaccio generale e inizia la stesura del romanzo I discepoli di Sais.
Nel 1799 si reca a Jena dove conosce Ludwing Tieck, che diventerà suo grande amico e curatore della diffusione delle sue opere dopo la morte. In questo periodo compone i primi Canti Spirituali e il saggio La cristianità o l'Europa.
Verso il finire del 1799 inizia la stesura del romanzo Heinrich von Ofterdingen.
Nel 1800 conclude gli Inni alla notte e li invia a Friedrich Schlegel che li pubblica sull'Athenaum.
In realtà, Novalis aveva iniziato a comporli nel 1797, dopo un «momento di lampeggiante estasi», provato sulla tomba di Sophie.
Un anno dopo, il 25 marzo, Novalis morirà nella zona in cui è nato, consumato dalla tisi.
Il suo pensiero filosofico è contenuto principalmente nella raccolta Frammenti. Secondo Novalis il mondo va romanticizzato,
scorgendo nel particolare un valore universale e viceversa, comprendere
che l'universale si esprime nel particolare. Per romanticizzare la
realtà è necessario guardarla con occhi diversi; la fantasia prende il
posto della ragione. Negli
Inni alla notte, lo spazio notturno diventa il regno del sogno e
della fantasia, indispensabili veicoli verso l'infinito; l'uomo entra
nella notte che è metaforicamente la notte mistica dello sposalizio,
all'interno della quale si cela l'amata, ovvero «l'amabile sole notturno». Le speculazioni sulla natura de
I discepoli di Sais riflettono i numerosi studi naturalistici-filosofici di Novalis, e preludono al romanzo
Heinrich Von Oftterdingen, incompleto tentativo di una summa
della visione romantica di redenzione della natura attraverso la
riconciliazione delle stagioni e di fusione finale tra uomo e mondo in
una realizzata e vivente allegoria. In Heinrich Von Ofterdingen il
protagonista incarna il tipico sognatore romantico, nel quale lo spirito
poetico prevale su quello razionale. La poesia viene intesa da Novalis
come produttrice di realtà, non la realtà banale del quotidiano, ma la
realtà che scaturisce dallo spirito; essa, pertanto, è la vera
conoscenza, la vera scienza e la stessa filosofia è vista da Novalis
come poesia. Novalis riprende la dottrina di
Fichte, interpretando l'Io
non come semplice soggetto trascendentale, ma come una fonte senza fine di pensiero e realtà.
L'idealismo di Novalis è di tipo magico, dove il soggetto
individuale è onnipotente, e quindi in grado di trasformare il mondo con
la sua volontà e fantasia. Questo ampliamento delle capacità del
soggetto comporta principalmente l'unità tra individuo e natura. Nel
predetto
I sacerdoti di Sais, la natura è unica perché identificabile con
il soggetto umano che la contempla. Dopo aver cercato a lungo la natura,
personificata dalla dea Isis, Giacinto la trova proprio nella sua
amata, Fiorellin di Rosa. La natura, quindi, è vicina a noi, basta
saperla vedere.
Al concetto della natura è connessa l'idea dell'unità dell'uomo con Dio,
che porta ad accettare una sorta di panteismo ispirato a Giordano Bruno e Spinoza.
La realizzazione
ultima dell'uomo è pertanto la risoluzione dell'Uno nel Tutto:
l'individuo esplica il suo infinito valore e contemporaneamente
l'infinito si determina come individuo.
In Fede e Amore, Novalis presenta il suo ideale di stato: una
comunità armonica, in cui i cittadini trovano nella coppia sovrana il
modello di vita esemplare; la monarchia si fonde alla repubblica, il
sovrano è uno, ma alla vita politica sono chiamati a partecipare tutti
gli individui. Egli per il suo modello ideale guarda all'Europa
medioevale, dove tutti i popoli cristiani erano governati da un unico
pontefice; tutta la storia successiva è semplicemente il processo di
disgregazione dell'unità cristiana. Al termine dello scritto, Novalis
prevede il ritorno all'unità attraverso un Concilio Europeo, tesi
opposta a quella di
Friedrich
Nietzsche che prevedrà lo sgretolamento dei valori cristiani.
Dati generali
All'Anagrafe |
Georg Philipp Friedrich Freiherr von Hardenberg |
Nato |
Oberwiederstedt, Sassonia (Germania), 02 maggio 1772 |
Morto |
Weißenfels (Germania), 25 marzo 1801 |
Occupazione |
scrittore, poeta, mistico, filosofo, ingegnere |
Nazionalità |
tedesca |
Corrente Filosofica |
romanticismo |
Opere
Hymnen an die Nach |
Inni alla Notte |
1797-1800 |
Blütenstaub |
Pollini |
1798 |
Die Lehrlinge zu Sais |
I discepoli di Sais |
1798-1799 |
Christenheit oder Europa |
La Cristianità o l'Europa |
1799 |
Geistliche Lieder |
Canti Spirituali |
1799 |
Marienliede |
Canti a Maria |
1799 |
Heinrich von Ofterdingen |
|
1798-1801, 1802 |
Aforismi
«Anche il caso ha le sue regole»
«Il poeta comprende la natura meglio dello scienziato»
«L'amore ha sempre svolto romanzi, ossia l'arte di amare è sempre stata romantica»
«La vita non deve essere un romanzo impostoci, bensì un romanzo fatto da noi»
«Non dovrebbe esistere che un unico bisogno assoluto: l'amore, la vita in comune con le persone amate»
«Per conoscere bene una verità bisogna averla combattuta»
«Nulla per lo spirito è più raggiungibile che l'infinito»
«Quando conferiamo al comune un senso più elevato, all'ordinario un
aspetto misterioso, al noto la dignità dell'ignoto, al finito
un'apparenza infinita allora io lo romanticizzo»
«Poetare è generare. Ogni produzione poetica deve essere un individuo vivente»
«Vera comunicazione ha luogo soltanto fra persone di uguale sentimento, di uguale pensiero»
Articoli Correlati
Romanticismo